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      Favorivano parenti in liste d'attesa ospedali, denunciati dai NAS medici e infermieri

       

       

      Favorivano parenti in liste d'attesa ospedali, denunciati dai NAS medici e infermieri

      08 set 23 Ventisei tra medici e infermieri sono stati denunciati dai Nas all'esito di verifiche sulla gestione di 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali per visite mediche specialistiche e esami diagnostici relative al Servizio sanitario nazionale . Tra loro 9 medici che avevano favorito conoscenti e propri pazienti privati, stravolgendo le liste d'attesa. Sono ritenuti responsabili di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio. In 195 casi le agende di prenotazione erano state sospese o interotte anche con procedure non consentite Le ispezioni sono state eseguite dai Nas su tutto il territorio nazionale presso 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Ssn.I medici che stravolgevano le liste di attesa operavano a Milano, Torino, Perugia e Catania. Altri tre medici di aziende sanitarie a Reggio Calabria sono stati denunciati per l'ipotesi di peculato Sanitarie per aver prestato fraudolentemente servizio presso un poliambulatorio privato sebbene contrattualizzati in regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche. Mentre a Perugia i Nas hanno scoperto un medico radiologo che svolgeva attività privata presso un altro ospedale, pur trovandosi in malattia, e due infermieri che svolgevano esami ematici a favore di privati attestando falsi ricoveri. L'attività ispettiva svolta sull'ingente mole di dati e di riscontri relativi a oltre 3 mila 800 agende ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate. In 195 situazioni i Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione. Quattordici i dirigenti e i medici denunciati perchè ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio, per aver arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le agende di prenotazione nei mesi di luglio e agosto, posticipando conseguentemente le prestazioni diagnostiche, per consentire al personale di poter fruire delle ferie estive o svolgere indebitamente attività a pagamento. Problemi legati a carenze di organico ma anche a comportamenti non in linea con la deontologia professionale: in una Asl della provincia di Roma erano indisponibili le prestazioni di gastroenterologia e colonscopia, ma il medico dirigente responsabile di quegli ambulatori svolgeva gli stessi esami presso un poliambulatorio privato.

      Cittadinanzaattiva: 3 mesi per operare tumori urgenti

      Due anni per una mammografia di screening, tre mesi per un intervento per tumore all'utero che andava effettuato entro 30 giorni, due mesi per una visita ginecologica urgente da fissare entro 72 ore. Sono alcuni tempi di attesa segnalati dai cittadini a Cittadinanzattiva mentre, dichiara la segretaria generale Anna Lisa Mandorino, "il Blitz dei Nas dimostra che siamo lontani dall'aver migliorato la situazione rispetto alle liste di attesa, nonostante un Piano e dei fondi stanziati ad hoc". Molte le cause che alimentano il fenomeno: "alcune - rileva Mandorino - di natura organizzativa, come la carenza di personale, altri sono veri e propri reati come la sospensione delle prenotazioni, le cosiddette le liste bloccate. Questi vanno puniti con tutti gli strumenti per arginare un fenomeno che impatta moto sul diritto alla salute dei cittadini e sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale". Mancato rispetto dei codici di priorità, difficoltà a contattare il Cup, impossibilità a prenotare fanno sì che, per le prime visite oncologiche da svolgersi entro 10 giorni, i cittadini, nel 2022, ne abbiano attesi anche 60 giorni. E, se non si ha il codice di priorità, si arrivano ad aspettare 300 giorni per una cardiologica. Una visita ginecologica di controllo urgente da effettuare entro 72 ore è stata fissata dopo 60 giorni. Una visita endocrinologica senza priorità è stata fissata dopo 455 giorni. Sono stati segnalati anche 730 giorni per una mammografia programmabile. Per un intervento di protesi d'anca da effettuare entro 60 giorni si è atteso il doppio rispetto al tempo massimo previsto. La conseguenza, come rileva l'Istat, è una riduzione delle persone che ha effettuato visite specialistiche (dal 42% nel 2019 al 39% nel 2022) o esami (dal 35,7% al 32%) mentre aumenta chi ha pagato a sue spese. A fronte di questo, conclude Mandorino, "la quasi totalità delle Regioni non ha recuperato le prestazioni in ritardo a causa della pandemia".

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